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“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”

24 Febbraio 2018ArticoliAccolti con Amore

“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, 
prenda la sua croce e mi segua” (Matteo 16,24)

 

Gesù ha sempre degli inviti semplici, chiari, diretti, di poche parole, comprensibili a tutti ma per niente facili. “Venire dietro a me”. Non dice: “davanti a me”, vai pure dove vuoi e Io ti seguo, ma: “dietro a me”, cioè occorre stargli dietro, perché è Lui che mi precede, mi tende la mano, mi indica la via, che mi chiede di lasciarmi portare per i suoi sentieri. Per questo il suo invito è così difficile da mettere in pratica, perché siamo abituati a fare il contrario, ad andare dove vogliamo, a perderci nei meandri mondani e non riteniamo di aver bisogno di aiuti o consigli in questo, siamo artisti, ci sentiamo già maestri.

Come seguire Gesù? Rinnegando me stesso, ossia lasciando tutto il mio Io, e questo vale per tutte le persone, ricche e povere, perché, anche chi non ha nulla, possiede il proprio Io. Significa lasciare il tuo pensiero e le tue vie per far parte del pensiero di Dio Padre “perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Isaia 55,8) e qui ci viene in aiuto Maria che ci guida a conoscere il pensiero di Dio e a vivere in esso. Il “rinnegare se stessi” mi porta poi a vivere nella mia vera identità di figlio di Dio, in comunione con Lui e a entrare nel suo intimo.

Poi Gesù dice che per seguirlo occorre prendere la propria croce, non da perfetti ma con tutte le nostre difficoltà, perché sarà Lui a rinnovarci, strada facendo. Se mi trovassi in oceano e stessi per annegare, un pezzo di legno dove ancorarmi mi salverebbe; ecco che il legno della Croce di Gesù mi viene incontro, io posso aggrapparmi ed è questa Croce Santa che sostiene me e non il contrario: “il mio giogo è dolce e il mio carico leggero” (Matteo 11,30). Ecco che la mia croce, unita alla Sua, mi salva. I miei dolori e i miei pesi, uniti ai suoi, mi salvano. La croce è fatica e sofferenza ma, imparando da Lui che è “mite e umile di cuore” (Matteo 11,29) e che l’ha portata donandosi nell’Amore, con Amore e per Amore, questa croce diventa una opportunità di vita vera che ci cambia dentro e ci apre ad una prospettiva di eternità, che non è solo il nostro futuro ma anche una realtà che possiamo iniziare a vivere dentro di noi già adesso.

Anche il digiuno e la preghiera sono piccole croci, ma quanta grazia, quanta rigenerazione portano dentro di noi! Vale la pena lasciarsi condurre in questi mari sconosciuti alla nostra povertà e limitatezza, dove Dio, proprio attraverso l’esperienza della nostra croce, nel seguirlo ci farà “pescatori di uomini” (Luca 5,10).

Post precedente Date e vi sarà dato Prossimo Post Santa Pasqua di Risurrezione!

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